Bilancio di Sostenibilità obbligatorio in Italia da Dicembre 2016

Dal 2017, a seguito del recepimento da parte dell’Italia della Direttiva 2014/95/UE, per tutte le imprese che costituiscono enti di interesse pubblico e che occupano più di 500 dipendenti sarà obbligatorio il Bilancio di Sostenibilità.

Entro il 6 dicembre 2016 gli Stati membri sono tenuti a recepire la Direttiva per quanto riguarda la comunicazione di informazioni “non finanziarie” sulle proprie iniziative di sostenibilità in tema ambientale, sociale, di politiche di genere e diversità, di rispetto dei diritti umani e di lotta contro la corruzione.

Nella divulgazione delle informazioni di sostenibilità, le imprese potranno basarsi su standard nazionali (come il ricorso agli indicatori già elaborati attraverso una procedura partecipata ed in uso attraverso la piattaforma del MISE), dell’Unione Europea o internazionali.

Che cosa sarà obbligatorio rendicontare nel Bilancio di Sostenibilità?

  1. Il modello aziendale di gestione ed organizzazione delle attività dell’impresa;
  2. le politiche praticate dall’impresa, comprese quelle di dovuta diligenza, i risultati conseguiti tramite di esse ed i relativi indicatori fondamentali di prestazione di carattere non finanziario;
  3. i principali rischi che derivano dalle attività dell’impresa, dai suoi prodotti, servizi, rapporti commerciali, incluse, le catene di fornitura e subappalto;
  4. l’utilizzo di risorse energetiche, distinguendo fra quelle prodotte da fonti rinnovabili e non rinnovabili, e l’impiego di risorse idriche;
  5. le emissioni di gas ad effetto serra e le emissioni inquinanti in atmosfera;
  6. l’impatto attuale e prevedibile sull’ambiente nonché, ove opportuno, sulla salute e la sicurezza, associato ai fattori di rischio;
  7. aspetti sociali e attinenti alla gestione del personale, le azioni poste in essere per garantire la parità di genere, le misure volte ad attuare le convenzioni di organizzazioni internazionali e sovranazionali in materia, e le modalità con cui è realizzato il dialogo con le parti sociali;
  8. rispetto dei diritti umani, le misure adottate per prevenirne le violazioni;
  9. lotta contro la corruzione.

Quali aziende saranno obbligate a rendicontare queste informazioni “non finanziarie”?

A titolo esemplificativo sono interessate dalla Direttiva le Società Per Azioni quotate, le banche, le assicurazioni, le società di gestione dei mercati regolamentati, gli istituti di moneta elettronica, e tutte quelle imprese che ogni singolo Stato membro, nel recepimento della direttiva, riterrà di includere nella categoria per via della loro precipua attività, delle loro dimensioni o del numero di dipendenti.

Lo Schema di Decreto prevede sanzioni amministrative pecuniarie nel caso in cui non venga redatta la dichiarazione, e sanzioni pecuniarie nel caso in cui essa contenga dichiarazioni false o incomplete.

Fonte: Eur Lex