Giornata Europea per la protezione dei dati: il caso WhatsApp

28 Gennaio 2021 – Giornata europea della protezione dati

Il contributo di Protection Trade: il caso Whatsapp

Il 28 Gennaio 2021 si celebra la Giornata Europea della Protezione dei Dati Personali. L’iniziativa, svolta per la prima volta nel 2007 e promossa dal Consiglio d’Europa con il sostegno della Commissione europea e di tutte le Autorità europee per la privacy, ha lo scopo di sensibilizzare i cittadini sui diritti correlati alla tutela della sfera personale e delle libertà fondamentali. Per l’occasione, ogni anno il Garante italiano sceglie una tematica di grande attualità.

Quest’anno, si legge nel comunicato stampa diramato dall’Autorità, il convegno intitolato “Privacy e neurodiritti: la persona al tempo delle neuroscienze” è dedicato ad uno degli ambiti disciplinari più moderni e affascinanti, dove si incrociano etica, discipline giuridiche, nuove tecnologie e le frontiere più avanzate della scienza.

L’incontro si svolgerà il 28 gennaio dalle ore 10:00 alle ore 13:00, in modalità streaming sul sito dell’Autorità www.gpdp.it, in ottemperanza alle misure anti-contagio Covid19.

Come azienda impegnata sui temi della protezione dei dati personali da oltre 20 anni, intendiamo celebrare questa ricorrenza portando all’attenzione dei nostri lettori e clienti una questione di grande attualità e interesse, giacché involgente una delle applicazioni di maggiore utilizzo tra gli utenti di ogni età, facciamo riferimento alla piattaforma di messaggistica istantanea Whatsapp.

Lo scorso 14 Gennaio 2021, infatti, il Garante ha diramato un comunicato concernente il disclaimer con il quale Whatsapp ha avvertito tutti gli utenti circa gli aggiornamenti che verranno apportati dall’8 febbraio nei termini di servizio e l’informativa sul trattamento dei dati, con particolare riferimento al profilo della condivisione dei dati con altre società del gruppo, evidenziando che “sono poco chiari e intelligibili e devono essere valutati attentamente alla luce della disciplina in materia di privacy. Tale informativa non appare pertanto idonea a consentire agli utenti di Whatsapp la manifestazione di una volontà libera e consapevole”.

I dubbi così sollevati finiscono per sortire un effetto dirompente, considerato che la medesima compagine sociale gestisce anche i colossi di Facebook e Instagram.

Il Garante ha portato la questione all’attenzione dell’European Data Protection Board, composto dai rappresentanti delle autorità garanti nazionali e dall’European Data Protection Supervisor (EDPS), che contribuisce alla corretta e uniforme applicazione della normativa sulla protezione dei dati personali nell’ambito dei paesi dell’Unione Europea e promuove la cooperazione.

L’Autorità italiana si è riservata altresì di intervenire, in via d’urgenza, per tutelare gli utenti italiani e far rispettare la disciplina in materia di protezione dei dati personali.

Medio tempore raccomandiamo la massima attenzione nel trattamento dei dati attraverso dispositivi e applicazioni e di valutare il ricorso a canali alternativi, che possano offrire adeguati livelli di sicurezza.