Whistleblowing, colonna della democrazia

Blowing The whistle, soffiare il fischietto, è ciò che fa il poliziotto se vede accadere qualcosa di pericoloso o illegale. Oggi il termine “whistleblowing” viene usato per indicare le rivelazioni su comportamenti illeciti delle istituzioni.

Non è un fenomeno nuovo: risale a molto indietro nei secoli. Ma soltanto adesso suscita attenzione sia perché sta diventando una tendenza sia per le dimensioni in continua espansione di ciò che svelano.

È una parabola che ha avuto inizio con WikiLeaks e Edward Snowden, Julian Assange, quindi è passata attraverso i VatiLeaks ed è arrivata ai Panama Papers.

Julian Assange oggi è costretto a vivere chiuso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, per le manovre dei governi di Gran Bretagna, Stati Uniti e Svezia. L’ex soldato Bradley Manning è in carcere negli Usa, con una condanna a 35 anni.

Anche Deltour e Falciani devono affrontare processi penali. Snowden è fuggito dagli Usa e ha ottenuto asilo in Russia. È ancora ignota invece l’identità della fonte dei Panama Papers, e a buon motivo, tenuto conto di quante persone devono essersi profondamente irritate per quello che i Papers hanno rivelato di loro.

I “whistleblower” sono i motori di un trend più profondo, che è la trasparenza. La raccolta e la conservazione delle informazioni avviene in cloud accessibili e in fortezze di Big Data non inespugnabili.

La trasparenza è un’arma a doppio taglio: se la maggioranza di una società condivide il senso comune di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ci sono buone possibilità che le istituzioni e i governi rettifichino il loro comportamento. In caso contrario, c’è il rischio che il potere indurisca il controllo che esercita e lo dispieghi in tutte le possibili varianti di tirannia e fascismo, proprio come il caos e la tirannia hanno soffocato le speranze delle primavere arabe ovunque, tranne che in Tunisia.

Le rivelazioni di illeciti da parte di persone che sono dentro i fatti sottolineano non soltanto il fallimento delle istituzioni private e pubbliche e la fragilità della sicurezza in Rete, ma anche quelli della democrazia. D’altra parte però rivelano anche la forza delle democrazie, almeno quando violazioni di tal fatta della fiducia sono demandate al sistema giudiziario e alle sue garanzie, anziché penalizzate con la condanna a morte come è prassi comune in diversi paesi.

I veri whistleblower offrono comunque un servizio enorme alla società. Il whistleblowing sui segreti degli Stati e della finanza sta diventando un pezzo della democrazia contemporanea, una sua colonna: come la libertà di espressione e di stampa, le elezioni libere e la separazione dei poteri.

L’informatore che rivela illeciti e irregolarità è una figura di transizione tra i valori che provengono dal passato – il diritto alla privacy, le garanzie della riservatezza, il diritto di sapere, il giusto processo – e quelli che ci portano nel futuro.

Costituiscono un esempio della nuova relazione che si viene a creare tra il singolo individuo e lo Stato, preannunciando l’eventualità di una responsabilità reciproca trasparente e simmetrica.

Il whistleblower in sintesi è una figura contemporanea sempre più importante, nell’era della democrazia che si fa trasparente.

Fonte: l’Espresso

Photo by Claude Truong-Ngoc